mercoledì 17 maggio 2006

Evoluzioni

Oggi per la prima volta mi sono alzata senza aiuto. L’ho fatto senza rendermene conto: me ne sono accorta attraverso gli occhi stupiti  e sorridenti di chi mi stava tendendo la mano, in un gesto ormai abituale, e mi ha visto ignorarla e alzarmi come se niente fosse.


Questo piccolo avvenimento quotidiano di convalescente mi ha fatto pensare che forse è proprio così che accadono le cose importanti, e che noi esseri umani impariamo. Le evoluzioni più vere sono quelle graduali e impercettibili che all’improvviso si manifestano, compiute, naturali, solide, senza clamore?


Mi è venuto in mente che poche settimane fa mi stupivo un po’ del fatto che ogni anno a primavera mi accorgo che gli alberi hanno messo le foglie rientrando dopo qualche giorno di assenza. Come se non fosse possibile notare il cambiamento nel viale che percorro ogni giorno senza essermi prima allontanata, tanto graduale e impercettibile è il passaggio dal ramo bruno, al gonfiore delle gemme, al verde chiaro delle foglie nuove.


E allora mi chiedo, è per questo che sento tanto spesso il bisogno di allontanarmi e poi ritornare? E’ per questo che ho bisogno di uscire dalla porta, per poi rientrare e vedere le cose con occhi diversi da chi è sempre stato lì? E quanto tempo è necessario che trascorra prima che si possano scoprire le foglie nuove sul viale di casa?

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