lunedì 25 gennaio 2010

Grazie, Damigella Chicca

rit bouquetSfogliando l’album bianco e fragrante di carta velina Lei si chiese, ad un tratto, come sarebbe stato il capitolo sei, e forse anche il capitolo cinque, senza la sua preziosa damigella.


Senza l’alacre chiacchiericcio stipato nelle pause pranzo cariche di pacchetti. Senza la corsa sfrenata delle idee contagiose, che rotolano e si scontrano esplodendo in una risata. Senza il profumo della colla e i riccioli di carta ritagliata. Senza le prove delle parole, scritte, riscritte e ancora aggiustate ed infine annodate nella morbidezza di nastri di raso e seta. Senza il gioco degli assaggi, un confetto in ogni mano, ed il puzzle del menù, e la ricerca senza confini, fra scaffali e siti web, di quell’esatto punto di blu.


 Cosa ne sarebbe, si chiese Lei, ad un certo punto, di un matrimonio, di una cerimonia o di una festa importante, senza una appassionata e lieve damigella creativa? Prese dunque la penna e scrisse. Non sapremo mai cosa scrisse, poiché fra una sposa ed una damigella è d’obbligo il massimo riserbo, sappiamo però che la lettera iniziava così: grazie, Damigella Chicca.

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