lunedì 18 ottobre 2010

Relatività - 1

Quando, dopo dieci o venti vasche in cui ti è stato davanti, inizi a superare quello che nuota nella corsia accanto alla tua pensi sempre di stare accelerando, non che l'altro stia rallentando. 



Ci misuriamo in relazione agli altri perchè in fondo non è il cronometro quello che conta ma l'ordine di arrivo? E mettiamo sempre noi stessi al centro della foto perchè sullo sfondo immobile ci sentiamo scomparire?

6 commenti:


  1. Dieci o venti vasche? Tutte insieme? Una dopo l'altra senza interruzione? In questo caso potresti essere certa che IO stia rallentando.

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  2. IO era Pasquale. Buona giornata, Prishilla.

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  3. Io faccio mezza vasca e poi mi fermo, figùrati... [IMMAGINE]

    Però ciò che dici è vero: facciamo sempre corsa sugli altri e non contre-la-montre (quindi contro noi stessi). Abbiamo bisogno di sentirci primi davanti a qualcuno, e non migliori. Davanti ad un obiettivo abbiamo bisogno di essere sempre a fuoco, anche se quasi mai lo siamo... Abbiamo bisogno di più consapevolezza, questa sì invece...

    Ciao Prish, buon fine settimana.
    Pim

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  4. ci sono due aspetti che concorrono. Uno è la competizione; l'altro un fondo egocentrico che risiede in ognuno di noi.
    L'ho notato nei progetti fatti a più mani. Ognuno tende a sopravvalutare il proprio apporto (relativamente: se ha fatto tanto pensa d'aver fatto quasi tutto; se ha fatto poco pensa comunque d'essere stato determinante per quel poco).
    Un tavolo nella sala riunioni, nello studio, ognuno di noi tre che l'avevamo pensato discutendone, pensava di essere stato lui ad avere avuto "l'idea". Ognuno era convinto che era più suo che degli altri.

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  5. allora pare che sia necessario un po' di allenamento:

    - venti vasche sono un obettivo raginevole: forza!!!!
    - guardare il mondo da qualche altra finestra oltre a quella della nostra camera potrebbe essere altrettanto ragionevole, in teoria...... :-)

    grazie dei vostri pensieri, a presto

    prish

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