mercoledì 24 giugno 2015

I tortelli di San Giovanni

Anche quelli surgelati del negozio, anche preparati in cinque minuti e mangiati sullo sgabello al bancone della cucina, io la vigilia di San Giovanni mangio i tortelli d’erbette. Perchè in ogni boccone c’è uno zio dalla voce tonante che brandisce il matterello, la lunga tavolata apparecchiata, le nonne e le zie, che pescano da pentoloni fumanti i tortelli da condire con piccoli essenziali trucchi segreti e con le molte chiacchiere di tante mani intorno ai fornelli.

E se pure è tardi e domani ci si alza presto, basta il mio terrazzo per due gocce di rugiada, perché alla fine del crepuscolo più lungo dell’anno c’è immancabile la serenata delle fate. La voce tonante ha posato il matterello e si prepara al canto. Danzano dunque, puntuali, le lucciole nel lungo viale e si increspano sulla pelle le promesse dell’estate. La cartella finalmente abbandonata in fondo all’armadio, i piedi nudi nei sandali nuovi, l’attesa di ginocchia sbucciate e poi di avventure salmastre, di cartoline e interurbane, e ancora, più avanti, di un bacio. Chissà. E' San Giovanni, si dia inizio all'estate. 

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