Talvolta è una forzatura, riempire l'attesa. Ingannare il tempo a volte è un'arte, un prezioso gioco di prestigio. Altre volte è una dispendiosa quanto inutile pinneggiata contro corrente. Un rimpinzarci di cibo superfluo che neppure gustiamo.
Cosa hai fatto oggi? Ti ho aspettato. A volte dovremmo dircela, questa verità.
Qualche volta bisognerebbe avere il coraggio di non attendere, di non attendere più, ma alzarsi dal paracarro e riprendere il cammino lungo lo stradone, nel tramonto che si colora in arancione - sto ascoltando "Bartali", l'esempio è venuto da sé :)
RispondiEliminaSì, a volte. A volte invece bisognerebbe avere il coraggio di 'rimanere qua'. Sapere quale volta è, questo è saggezza avanzata. ;-)
Eliminama dirci questa verità è assai rischioso, bisognerebbe essere molto saldi perchè un'ammissione di dipendenza (anche in senso..tossico)
RispondiEliminamassimolegnani
Vero. D'altronde non c'è chi sostiene che l'ammissione sia il primo (e più lungo) passo della guarigione?
EliminaSpesso, forse sempre, la nostra giornata piena di occupazioni e preoccupazioni varie è in realtà sovrastata da una sensazione di attesa di chi ci è caro, che a sua volta è preso da occupazioni e preoccupazioni varie. Parlarne, condividere questa costante attesa che accompagna ognuno nel sostenere la propria parte dei doveri della vita ci può aprire una luce nuova nel grigiore di tante giornate, e regalarci maggiore gioia alla fine dell’attesa. Tenerla per sé, non parlarne può essere un dono silenzioso, ma può anche alimentare il dubbio di essere poco compresi.
RispondiEliminaHai ragione: a volte questa attesa - e il nominarla - è un dono reciproco molto 'luminoso'
Eliminaun bacio